In Campania, al Museo archeologico di Pontecagnano (SA), la straordinaria storia degli Etruschi di frontiera

Nella Campania delle eccellenze culturali conosciute in tutto il mondo, dai numerosi siti museali di Napoli alla Reggia di Caserta, passando per le aree archeologiche di Pompei, Paestum ed Ercolano, diverse interessanti località di pregio giacciono ancora nel sottobosco del web perché troppo poco presenti nei circuiti mediatici nazionali, nonché nei rumors dei tanto usati social networks. Questo “difetto di comunicazione”, piuttosto assurdo in una società che oramai vive “in e di” rete, colpisce svariate realtà museali di prim’ordine che meriterebbero un’attenzione superiore ed un numero di visitatori senza ombra di dubbio almeno decuplicato. Di questa lista di siti, che spesso dovrebbe esprimersi in una più corretta dimensione transregionale, particolarmente rilevante nelle profonde connessioni storico-archeologiche tra Lazio e Campania, fa parte uno dei più interessanti musei del salernitano, nel territorio di Pontecagnano, dedicato alle affascinanti tracce lasciate dagli Etruschi in un’ampia fascia del territorio tirrenico italiano. Facilmente intercettabile sul percorso per raggiungere i più famosi Templi di Paestum, il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano, inaugurato nel 2007, è stato sviluppato intorno alla storia degli “Etruschi di frontiera” e ai reperti provenienti dal centro villanoviano ed etrusco-campano di Pontecagnano-Faiano. Il suo grande e moderno salone accoglie il visitatore con un patrimonio di inestimabile valore, ricostruzioni storiche precise, pannelli didascalici ben strutturati ed un consistente nucleo di reperti provenienti da oltre 9000 sepolture ritrovate e professionalmente studiate, nel corso degli ultimi cinquant’anni, nell’area della Picentia romana che si relaziona strettamente con i noti siti laziali di Vulci, Tarquinia, Cerveteri o Veio. Il percorso di visita, facilmente fruibile perché concentrato in un ambiente unico e arioso, segue un intelligente ordinamento cronologico che illustra la presenza umana dall’Eneolitico all’Età romana, proponendo approfondimenti su sviluppo urbano, necropoli, santuari e produzioni artigianali che ci testimoniano l’evoluzione di usi e costumi di un popolo che ci ha preceduto non solo fisicamente ma soprattutto culturalmente. Affascinante, anche grazie ad una ben calibrata ambientazione luminosa, la serie di reperti appartenenti alle aristocrazie del periodo Orientalizzante (tra fine VIII – fine VII sec. a.C.), cui si riferiscono diverse ricche sepolture il cui corredo funerario, abilmente mostrato nelle teche del museo, è pienamente indicativo della presenza di interessanti famiglie di alto lignaggio socioeconomico dell’epoca. Per raccontare questa straordinaria storia degli Etruschi in Campania, il cui centro primario risulta proprio nell’area della Piana del Sele, il percorso espositivo esplicita anche l’affascinante passaggio dall’Era della Pietra a quella del Rame, un momentum di incredibile evoluzione che vede l’abbandono degli arcaici utensili in pietra a favore dei moderni attrezzi in rame e, successivamente, in bronzo.

Museo pontecagnano.jpgUno scorcio del salone del Museo archeologico nazionale di Pontecagnano (SA) 
dedicato alla straordinaria storia degli Etruschi di frontiera

È la modernità dei costumi umani, la scoperta di nuovi materiali in grado di cambiare il modo di percepire e vivere un mondo che muta socialmente ed economicamente, che si evolve di pari passo con la scoperta di nuove tecniche costruttive. È sostanzialmente il primo vero segno dell’ingegno tecnologico umano. È in queste testimonianze museali che si evince come tramonta concettualmente un’epoca proveniente e ancora troppo vicina al mondo preistorico e inizia l’era degli strumenti agricoli e delle armi in metallo, dei corredi nobiliari, di un mondo contadino più efficiente e soprattutto di una nuova simbologia del guerriero, ora accompagnato da un rimodernato rapporto con i cavalli che indossano maschere di ferro quale simbolo di potenza e distinzione sociale. Ma nel Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano si percepisce chiaramente perfino la modernità dei costumi femminili, il pervasivo prestigio delle donne etrusche, di varie personalità di spicco di cui ci restano orecchini, anelli, pendagli d’argento, bracciali e altri elementi per impreziosire vesti che nel nostro immaginario sembrano possibili solo in epoche più recenti. I guerrieri, poi, dimostrano tutto il loro potere con spade in metallo impreziosite da elementi in oro e argento, come nella sepoltura T.3090 che si può agevolmente visitare e gustare lentamente come un piatto prelibato del nostro territorio. C’è davvero tanto da vedere in questo museo che soffre, come detto in apertura d’articolo, di quel difetto di comunicazione in un Paese che potrebbe vivere solo dei suoi tesori nascosti nel sottosuolo. Un errato modo di divulgare la nostra storia che dovrebbe mettere in rete diverse regioni, in questo caso il Lazio e la Campania, promuovendo un turismo culturale itinerante che completa l’informazione ai cittadini-visitatori attraverso lo stimolo al viaggio non locale ma transregionale, nazionale e perfino internazionale. Facciamo rete, quella vera, e proviamo a diffondere storie e bellezze dei nostri territori, delle nostre regioni, della nostra Italia. Al Museo Nazionale di Pontecagnano resterete sicuramente a bocca aperta nel vivere, per un paio d’ore, il mondo degli Etruschi, della cultura del Gaudo, dei Villanoviani e dello straordinario passaggio del testimone tra cultura della pietra e quella del ferro. Un nuovo mondo affascinante vi attende per farvi comprendere che i nostri avi sono stati più “grandi” di quanto si possa immaginare.

Author Giuseppe Russo – Tutti i diritti riservati © giugno 2021 Riproduzione vietata

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