Mattanza in carcere. Parla il garante Belcuore e i familiari di alcuni detenuti.

Caserta. Per la provincia di Caserta è la prima volta che viene istituita la figura del garante per i detenuti. Questo incarico, fortemente voluto dal consigliere provinciale Pasquale Crisci, da un anno è stato affidato alla dott.ssa Emanuela Belcuore che , insieme alla sua collaboratrice, la criminologa Patrizia Sannino, svolge questo delicato quanto spinoso incarico.
Ancor più delicato a seguito della mattanza del 6 aprile avvenuti nel carcere di S. Maria C.V.. I fatti sono noti a tutti, attraverso video diffusi e i mezzi di informazione. E mentre la magistratura sta facendo il suo corso per accertare le dovute responsabilità, in questa settimana il Presidente del Consiglio Draghi, insieme al guardasigilli Cartabia si è recato in visita al penitenziario.
Negli incontri fissati la garante Belcuore non è stata invitata a partecipare, così come non è stato preso in considerazione di ascoltare una delegazione di detenuti.
E ieri nella sal giunta del consiglio provinciale di Caserta, alla presenza del presidente in carica Domenico Carrillo, la dott.ssa Belcuore ha tenuto una conferenza stampa per raccontare ciò che non appare dai tg e dalle visite istituzionali.
Il primo problema che è emerso e che, tanti detenuti, coinvolti o meno nella triste vicenda, sono stati “trasferiti” in diverse carceri, sparse in tutta Italia, senza una logica e allontanandoli definitivamente da un contatto parentale, già quasi assente a causa del covid.
Nel carcere tanti sono i problemi: carenza di acqua, energia elettrica altalenante, linea internet precaria. ma in occasione della visita del premier tutto è stato tirato a lucido, dagli stessi detenuti che, i giorni precedenti hanno tagliato erba e ripulito ogni angolo. Ma è durato il tempo dei riflettori.
La garante, dopo un anno di viste e di incontri, è convinta che si può migliorare la condizione della detenzione a S. Maria C.V.
Basterebbe attivare una palestra, sale ricreative per attività diversificate, applicare magari un regime aperto e soprattutto rendere gli agenti riconoscibili con i nominativi sulle divise, a garanzie di detenuti e detentori.

Intanto ci sarà il 6 agosto un incontro a Roma per parlare di queste problematiche e si sta ipotizzando anche una richiesta al Papa per l’amnistia. Tutto ciò che si vuole è fare in modo che il carcere funzioni rispettando la Costituzione, che sia rieducativo e non punitivo.

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