Storia di un operaio licenziato. La lotta di classe nel terzo millennio

Pubblichiamo oggi il racconto di un operaio di un’azienda del sud Italia. Una testimonianza forte che dimostra quanto la storia degli uomini sia ancora una storia di diritti negati, di lotta di classe, di corsi e ricorsi storici.

La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classi.Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi, furono continuamente in reciproco contrasto, e condussero una lotta ininterrotta, ora latente ora aperta; lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta.Nelle epoche passate della storia troviamo quasi dappertutto una completa articolazione della società in differenti ordini, una molteplice graduazione delle posizioni sociali. In Roma antica abbiamo patrizi, cavalieri, plebei, schiavi; nel medioevo signori feudali, vassalli, membri delle corporazioni, garzoni, servi della gleba, e, per di più, anche particolari graduazioni in quasi ognuna di queste classi.La società civile moderna, sorta dal tramonto della società feudale, non ha eliminato gli antagonismi fra le classi. Essa ha soltanto sostituito alle antiche, nuove classi, nuove condizioni di oppressione, nuove forme di lotta.La nostra epoca, l’epoca della borghesia, si distingue però dalle altre per aver semplificato gli antagonismi di classe. L’intera società si va scindendo sempre più in due grandi campi nemici, in due grandi classi direttamente contrapposte l’una all’altra: borghesia e proletariato.

Questo scriveva Marx nel 1848, questo il suo incipit del Manifesto del Partito Comunista. Quella che segue è la testimonianza della triste vicenda accaduta ad un nostro lettore.

 

In fabbrica ci sono alcuni ” caporali” da campi di pomodoro che fanno ciò che vogliono, mobbing continuo. Intanto la fabbrica aumenta il proprio fatturato anche in pandemia arrivando a sfiorare oltre i 40 milioni di euro annui, senza alcun premio produzione. Alcuni di noi operai, dopo circa un anno e mezzo iniziamo a confrontarci sulle condizioni lavorative ed economiche in cui siamo.

Ci iscriviamo al sindacato in 8, e scopriamo che persone che lavorano da più di 20 anni hanno sempre lo stesso livello: alcuni avrebbero dovuto avere passaggi a livelli superiori per mansioni svolte ed esperienza acquisita. Per ogni livello superiore in busta paga sarebbero  circa 70 euro nette in più. Questa cifra moltiplicata per circa 50 dipendenti per 25 anni, corrisponde a milioni di euro intascati sulla fatica degli operai. Ignoranza e paura hanno fatto calare per anni il silenzio su questa situazione.
Intanto io divento RSA aziendale insieme ad un collega e riusciamo a far acquisire il settimo livello per tutti, anche per chi ci ha remato contro. Ci viene negata la bacheca sindacale e il comitato anticovid. Vengono effettuati cambi di turno e straordinari senza avvisare preventivamente. Siamo letteralmente in lotta, la lotta di classe che Marx ci ha raccontato e che rimane uguale a se stessa, oggi, nel terzo millennio, nonostante secoli di battaglie e parvenze di progresso. Per concludere la vittima sacrificale sono stato io, una soluzione antisindacale e a scopo intimidatorio. Intanto si sono iscritte altre persone al sindacato. Lo rifarei mille volte perché un giorno i nostri figli possano non vivere tutto ciò. Questo è accaduto a me, nel 2021, nella ex Campania Felix dove la maggior parte delle aziende sono oro fuori e letame dentro. Parvenza da imprenditori , mentalità medievale e sfruttatrice.” Un lettore.

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