“Spazi Ritrovati” dedicati alla donna di ieri, di oggi e di domani nell’Alta Valle del Tordino

C’è una realtà sociale nella nostra bella Italia, di cui troppo poco si è parlato, di cui in pochi si sono interessati, di cui oggi, forse più di ogni altro periodo storico, è necessario invece guardare. Ed è per questo che l’11 Marzo, a Pagliaroli di Cortino, in una delle vallate meno conosciute della provincia teramana, figlie e nipoti delle mamme e nonne di ieri hanno voluto riunirsi, nella settimana dedicata alla festa della donna, nel simbolico rituale delle “femmine di na vodda” in quel loro essere solidali ed amiche, “a sede n’zimbre”, per ritrovarsi e raccontarsi, per raccontare le proprie storie personali e le loro storie che si intrecciavano nelle storie delle rispettive piccole comunità rurali. Riunire le tante memorie, per invitare tutti ad esplorare un mondo ritenuto “marginale” in questa nostra società, il mondo rurale appunto. Un mondo, quello della montagna teramana, dove la donna assume un ruolo totalmente diverso dalla donna borghese della città, dove la donna ha rappresentato il caposaldo delle comunità locali, dove il potere sociale era tutto racchiuso nell’imponente struttura matriarcale, che in questi contesti vigeva. Ed è così che attraverso la narrativa personale delle donne della Laga, attraverso il laborioso ma entusiasmante lavoro del piccolo gruppo operativo degli “Spazi Ritrovati dell’Alto Tordino”, con Anna, Giovanna, Nunzia, Virginia, Simona, Lorena, Giuliana, Sonia, Barbara, Maria, si auspica un ripensare all’importante ruolo che la donna di montagna ha avuto ed ancora ha nelle nostre comunità. A come l’esperienza delle nostre antenate, in termini di capacità, caparbietà, saggezza, forza, risolutezza, dolcezza e tenacia, di identità, di valori, di dignità, di cardine delle famiglie e di abilità nel gestire miseria economica e ricchezza morale, possano ispirare una nuova buona pratica politica sociale.

Annarita Di Domenico (Spazi Ritrovati Alto Tordino)

 

 

Editore Franco De Angelis

Regia di Daniele Liberato

Redatto da Annarita Di Domenico

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