IL TAR DA TORTO ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI TERAMO

La notizia è di quelle da lasciare senza fiato tutti i teramani, almeno tutti quelli che hanno a cuore il destino culturale della città: il Tar dà torto all’amministrazione comunale nel contenzioso per lo sfratto al negozio Sottosopra.

Questo significa che il nostro Comune oltre a pagare 700 mila euro di danni dovrà privarsi della disponibilità degli spazi occupati da Sottosopra e, quindi, bloccare i lavori di ristrutturazione del teatro almeno fino al 2027; significa ancora che per un’altra decina d’anni Teramo non avrà un teatro, un cineteatro insomma un luogo deputato agli spettacoli. Ormai noi teramani ci siamo abituati a non avere nulla, anzi a vederci privare di quel che avevamo: pinacoteca, museo archeologico, siti archeologici, museo
del gatto, teatro comunale: tutto chiuso o smantellato o inagibile.

Perché evidentemente si pensa che ai teramani i luoghi per la cultura non servano (come, per inciso, non servono le strade decentemente pavimentate, non servono le navette elettriche, non servono piazze adeguate e non serve arredo urbano).
La nostra amministrazione pensa che servano, quelli si, solo gli annunci. Come in questo caso, infatti per il teatro comunale: si è annunciato con gran risalto il restauro, si è presentato il progetto a firma prestigiosa, si è, di conseguenza, chiuso il cineteatro per dare inizio ai lavori. E poi? Poi niente: il locatario ha impugnato il provvedimento di sfratto, il Tar gli ha dato ragione e … se ne riparla al 2027. Fino ad allora niente: chi
vuole andare a teatro dovrà arrangiarsi, rivolgersi altrove, viaggiare verso luoghi che ospitano teatri oppure farne a meno, come già fa a meno di tutto il resto.

La domanda è: non si poteva evitare di chiudere se non si era certi di poter disporre dell’intero edificio per eseguire i lavori, se non si sapeva con certezza che Sottosopra avrebbe restituito i locali? Ma come si fa a chiudere tutto per l’inizio lavori con una incognita così pesante? Non sarebbe il caso di fare soli gli annunci veri, quelli che rispondono alla realtà, lasciando da parte trionfalismi e facili e immotivati entusiasmi? Noi
della Lega pensiamo di sì; pensiamo che confondere i desideri e le speranze con gli eventi reali sia dannoso e deludente per tutti e sia soprattutto scorretto nei confronti dei cittadini che, privati di tutto, scippati di ogni spazio per la cultura, di ogni qualità urbana, di ogni possibilità di progettare e vivere eventi culturali, si vedono anche aggiungere, come in questo caso, la beffa al danno.

Berardo Rabbuffo

 

 

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