Contano musica e parole nello spettacolo di Piovani che riapre le porte del Trianon – Viviani al pubblico

Napoli. Ritorna il pubblico al Trianon – Viviani. Ieri sera, a piazzetta Calenda, una raggiante Marisa Laurito ha accolto, come solo una squisita padrona di casa sa fare, gli spettatori che, entusiasti ed emozionati, sono accorsi per lo spettacolo di Nicola Piovani che ha scelto di ripartire da Napoli con il suo tour “La musica è pericolosa”.
Che lo spettacolo sia stato un grande successo è scontato, ma va detto. Quello che non era scontata è stata la narrazione che per quasi 2 ore ha affabulato il pubblico. Musica, parole ed immagini, amalgamate con le giuste dosi come in una ricetta ben equilibrata dal Maestro premio Oscar che è stato accompagnato sul palco da Marina Cesari,Sergio Colicchio, Marco Loddo e Pasquale Filastò, polistrumentisti eccelsi nelle varie sezioni orchestrali, dagli archi ai fiati alle percussioni.
Il racconto ha toccato i vari momenti della sua carriera, gli incontri con registi come Fellini, Monicelli e Bellocchio, il legame con Cerami e Benigni. E poi le ispirazioni, la semplice intuizione che sta alla base di composizioni che sono la storia della musica italiana contemporanea. Aneddoti e ricordi completano naturalmente un concerto composto da capolavori, mentre sullo sfondo scorrono locandine dal sapore amarcord e foto. Unica voce, oltre Piovani, Marcello Mastroianni che canta Caminito.
Non poteva mancare l’annunciato omaggio a Napoli, tra leggenda e poesia. Napoli ha scritto la storia della canzone napoletana – asserisce con convinzione il Maestro. Plauso orgoglioso di Marisa Laurito che, con la sua direzione artistica, sta facendo sì che il Trianon – Viviani diventi il tempio della musica napoletana. Il brano scelto è stato “Uocchie c’arraggiunate”, una scelta per nulla banale, anzi di una dolce raffinatezza che solo da un grande come Piovani poteva venire. Non è mancata una breve e significativa incursione nella musica classica con le trascrizioni orchestrali di un giovane Piovani: una mazurka di Chopin e un estratto dai Children’s corner di Debussy.
Il gran finale è stato con la colonna sonora che gli è valsa la statuina più ambita: oggi più che mai, abbiamo bisogno di tornare a credere che la vita è bella.

Lucia Grimaldi

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