“Suoni e sapori” del mediterraneo : Sua Maestà il Taurasi
La zona di produzione del Taurasi comprende l’ intero territorio dei comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemileto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano, tutti in provincia di Avellino.
Il Taurasi è un considerato da sempre un eccellente vino che è da considerarsi uno dei migliori vini del sud italico. La zona di produzione è a nord-est di Avellino e comprende Taurasi e una quindicina di altri comuni, tutti nell’Avellinese come sopra riportato.
Il Taurasi, come molti vini del Sud d’Italia, ha origini preromaniche: l’aglianico, il vitigno principale da cui si produce questo vino, era un tempo detto “hellenico” o “hellenica”, a sottolineare l’origine greca. Il Taurasi ha preso il nome da Taurasia, un piccolo borgo vinicolo che i romani fecero loro dopo aver sconfitto gli irpini, nell’80 d.C.
Successivamente trasferirono nella zona alcune migliaia di coloni liguri per lavorare le terre vitate. Ci sono diverse citazioni storiche riferite all’Aglianico in generale e al Taurasi in particolare: alla fine del XVI secolo Andrea Bacci, medico del Papa Paolo III, scrisse che questo vino “viene preparato con uve piuttosto secche, reso vigoroso dal rovere e conservato in ottimi vasi; risulta pertanto profumato e sapido, gradevole al gusto, piacevolissimo e stabile, di elevato potere nutritivo, corroborante per lo stomaco e le membra più che aperitivo”.
I vitigni sono quelli dell’ Aglianico; possono concorre altri vitigni a bacca rossa non aromatici raccomandati o autorizzati per la provincia di Avellino, fino a un massimo del 15%. Il vino deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno tre anni di cui almeno uno in botti di legno.
Il Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12%. L’ Acidità totale minima: 5 per mille. L’Estratto secco netto minimo: 22 per mille.
Il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Taurasi” deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno tre anni di cui almeno uno in botti di legno.
Se invecchiato quattro anni, di cui almeno 18 mesi in botti di legno, il Taurasi può denominarsi Riserva purché abbia un titolo alcolometrico volumico totale di 12,5%.
Le sue Caratteristiche organolettiche sono : Colore: rubino intenso e brillante, tendente al granato fino ad acquistare riflessi aranciati con l’invecchiamento. Odore: pronunciato, ampio, etereo, gradevole più o meno intenso. Sapore: asciutto, austero, tannico da giovane, pieno, armonico, equilibrato quando maturo, con retrogusto persistente.
La varietà Riserva ha caratteristiche maggiormente accentuate del Taurasi e una più ampia struttura.
Il Taurasi viene servito ad una temperatura di 16-18°C per accompagnare piatti dotati di buon spessore aromatico: primi piatti al sugo di carne, selvaggina da piuma in casseruola, carni rosse arrosto, formaggi a pasta dura stagionati.
La varietà Riserva è un vino da meditazione da servire alla temperatura di 18°C. A tavola va abbinato a secondi piatti molto saporiti: carni rosse cotte a lungo in intingolo o nel vino, selvaggina da pelo marinata e cotta in casseruola.
Fiore Marro
Editore Franco De Angelis
Regia di Daniele Liberato
Redatto da Fiore Marro
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Editore Franco De Angelis, direttore responsabile Franco Ciufo, regia curata da Daniele Liberato
Cronisti/inviati: Nancy Fazzini – Lucia Grimaldi – Giuseppe Russo – Leda Ragas – Yuxia Liu (Tiffany)
Registrato al Tribunale Ordinario di Cassino (FR) n. R.G. 1160/2020 num. reg. stampa 2